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L’OSTEOPOROSI

ieri e oggi

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osteoporosi

Venti anni fa l’osteoporosi era negletta: pochi conoscevano realmente la malattia “delle ossa di carta velina”. Si diceva che l’osteoporosi era una condizione legata al trascorrere degli anni. Venti anni fa erano pochi quelli che superavano gli 80 anni. Oggi la longevità è la regola, soprattutto fra le donne, che hanno una maggiore attesa di vita. Di pari passo le fratture dovute alla fragilità delle ossa sono divenute una vera e propria calamità sanitaria.

 

Grazie all’informazione offerta dai giornali, dalla TV e da internet, il 90% della popolazione femminile conosce l’osteoporosi: ma la percezione, soprattutto nelle donne più giovani, è quella di un rischio lontano, per lo più curabile e non associato a una consapevolezza di gravità.

 

“Se conosci il nemico … non dovrai temere l’esito di cento battaglie.” ripeteva  il generale cinese Sun Tzu (V secolo):  è necessaria un’informazione corretta ma pacata, scevra da un allarmismo improprio, non colto, ahimè così frequente nell’informazione medica di oggigiorno: conoscere il proprio nemico costituisce l’arma migliore per batterlo.

 

È necessario spostare l’attenzione sui problemi della salute verso le fasce più giovani e, possibilmente nell’infanzia e nell’adolescenza. È in questa età che si costruisce il patrimonio scheletrico ed è questa l’epoca della vita in cui la famiglia e la scuola devono farsi carico di insegnare ai giovani il dovere ad aver cura della propria salute.

 

Anni fa qualcuno aveva detto che “l’osteoporosi senile è una malattia pediatrica”: e ancora oggi l’osteoporosi, e non solo, si giova soprattutto di misure di prevenzione.

Come interpretare la MOC
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