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DALL'ARUO

3 passi per dire NO alle fratture

Obiettivi.

 

L’osteoporosi si giova di un efficiente programma di prevenzione poiché i mezzi terapeutici attuali hanno una efficacia limitata (30-40%) nel prevenire le fratture quando si è prodotto un importante danno della microarchitettura dell’osso.

 

1° passo. Poiché la patologia è asintomatica prima delle fratture, evento che indica la presenza di una danno della microarchitettura dell’osso, è necessaria una strategia per individuare in tempo i soggetti a rischio di sviluppare tale danno, al fine di instaurare un trattamento prima che esso si sia prodotto. Questo 1° passo può essere gestito con efficacia solo dal Medico di Medicina Generale, che conosce i suoi assistiti, le patologie presenti in famiglia ed eventuali comportamenti a rischio e/o  fattori di rischio di frattura insorti nel corso della vita.

 

2° passo. Il momento successivo riguarda un adeguato inquadramento diagnostico, con 2 obiettivi principali: prima di tutto quello di identificare, tra i soggetti con ridotto patrimonio scheletrico, coloro nei quali l’adozione di misure di prevenzione farmacologica è conveniente (rapporto costo/efficacia). In secondo luogo quello di individuare i soggetti nei quali l’indebolimento del tessuto osseo è causato da condizioni differenti dalla menopausa e dall’invecchiamento (osteoporosi idiopatica) e che quindi richiedono misure terapeutiche specifiche per il trattamento delle forme secondarie di osteoporosi.

 

3° passo. Sebbene in Italia la terapia farmacologica dell’osteoporosi sia regolata dalle norme di legge per la rimborsabilità dei farmaci (nota AIFA 79), vi sono sufficienti margini di operatività da parte del Medico  affinché possa iniziare un trattamento tempestivo, cioè prima delle fratture. Quando queste si sono prodotte, il trattamento è gravato da un elevato tasso di insuccesso (rifrattura). La terapia quindi dovrebbe essere  diretta soprattutto alla prevenzione del danno architetturale dell’osso. Tale approccio  potrebbe consentire di limitare il trattamento ad un arco temporale di pochi anni (3-5 anni), con un miglior rapporto costo/beneficio rispetto ad un interveto terapeutico tardivo, che spesso diviene inevitabilmente perenne.

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A Perugia, il 21 Novembre, un meeting diretto ai Medici di Medicina Generale e agli Specialisti,

sui momenti essenziali per gestire l’Osteoporosi

 

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